
Nella mia esperienza, anche con imprese ed imprenditori di successo, posso certamente asserire che la tecnica e le competenze sono decisamente importanti, costruiscono , consentono di realizzare la struttura dell’azienda, dell’investimento trasformando l’iniziativa in una iniziativa di valore.
Tutte le storie, indipendentemente dal successo, si assomigliano, certo, sono aziende ed imprenditori con caratteristiche diverse tra loro, lavorano in ambiti differenti, hanno dimensioni differenti, operano in contesti assai diversi ma,
tutti, hanno due tratti in comune:
- il primo elemento comune è oggettivo, tutte, tutte le aziende sono valutate e valutabili con il medesimo metodo e metrica, quella finanziaria ( area di competenza tecnica, d’altronde è parte del mio lavoro!), secondo la quale tutte le imprese di qualsiasi dimensione e grado esprimono un valore positivo “semplicemente” se, il rendimento del capitale investito è superiore al suo costo.
- il secondo tratto comune, il più importante, in relazione alla possibilità di raggiungere gli obiettivi, (che non riguarda aspetti tecnici, di natura economica o finanziaria o scelte di investimento o qualsiasi altra misura misurabile, ma consente di valutare e prendere le decisioni opportune e corrette), riguarda la conoscenza di se stessi e del modo in cui ( i personaggi interni alla nostra testa) prendiamo le decisioni !
Senza questa consapevolezza qualsiasi decisione rischia di essere casuale rispetto al risultato e rispetto a qualsiasi parametro di misurazione in particolare economico o finanziario.
Uno spot televisivo recitava : “la potenza è nulla senza controllo”
L’economia e la finanza comportamentale, la psicologia applicata, aiutano la comprensione delle dinamiche con le quali prendiamo le decisioni ed affrontiamo piccoli e grandi problemi, è certamente curioso apprendere che nelle piccole o grandi decisioni, adottiamo modelli dai tratti caratteristici, almeno, molto simili o ricorrenti.
Oggi condivideremo la conoscenza di uno dei meccanismi che utilizziamo.
PERCHE’ , SALTIAMO SUBITO ALLE CONCLUSIONI?
Vediamo come funzionano quei due piccoli personaggi interni alla nostra testa: come certamente saprete, prediamo le decisioni attraverso l’azione congiunta di due sistemi :
1. “automatico” che chiameremo 1 sul quale non possiamo agire in modo volontario
2. “attento” che chiameremo 2 associato ad esperienza, concentrazione , azione.
Oggi conosceremo il meccanismo che ci fa saltare direttamente alle conclusioni, caratteristico del sistema 1.
E’ importante comprendere queste dinamiche, non per controllarle ( non possiamo) ma per avere consapevolezza al fine di prevenire o migliorare i processi e riconoscerli, questo ci sarà di estremo aiuto in tutte le decisioni ed in particolare in quelle più rilevanti.
In particolare,”iniziamo dalle conclusioni” proprio per l’importanza che rivestono nella vita di tutti i giorni perchè, rappresentano il momento immediatamente prima di tutte le scelte, ricordiamoci che ogni decisione influenza le successive e migliorarne una significa migliorare tutto il processo ( chiamo questo VALORE!), quindi, sapere come quei due “personaggi” la pensano è particolarmente rilevante.
Scrive Kahneman:
-Saltare alle conclusioni è efficace se le conclusioni tendono ad essere corrette, se il costo di un occasionale errore è accettabile ed il salto fa risparmiare tempo e fatica.
-Saltare alle conclusioni è rischioso quando la situazione è ignota, la posta in gioco è alta e non c’è il tempo di raccogliere maggiori informazioni.
Queste sono le circostanze in cui sono probabili gli errori intuitivi che possono essere prevenuti da un intervento deliberato del sistema 2.
Quando apprendiamo una informazione o leggiamo il contenuto all’interno di un contesto dobbiamo sapere che è il contesto a determinare l’interpretazione di ciascun elemento del contenuto, inoltre siamo portati ( in automatico) ad arrivare immediatamente alle conclusioni.
E’ importante saper che il contesto potrebbe essere ambiguo (quasi sempre) con il rischio di saltare a conclusioni coerenti ma sbagliate ed arrivare a soluzioni almeno non efficaci se non inutili o dannose.
L’interpretazione di una frase è semplicemente una delle possibili interpretazioni infatti, a seconda dei contesti nei quali è inserita, ad esempio nei titoli dei giornali spesso si utilizzano frasi alle quali diamo un significato radicalmente diverso da quello che attribuiamo dopo una lettura più attenta o dopo aver elaborato ulteriori considerazioni.
Quando è incerto il sistema 1 scommette su una risposta e le scommesse sono guidate dall’esperienza.
Le regole della scommessa sono intelligenti: gli eventi recenti ed il contesto attuale hanno il peso maggiore nella interpretazione , in loro assenza affiorano le esperienze più prossime.
Proprio perché, l’esperienza ha un peso determinante nelle valutazioni automatiche del tipo 1 le persone con molta esperienza, non consapevoli di queste dinamiche, possono trovarsi in difficoltà nel valutare sistemi più innovativi o semplicemente diversi da quelli conosciuti , non presenti nella loro esperienza (può emergere una resistenza al cambiamento in contesti come l’economia e l’azienda dove il cambiamento e l’evoluzione sono la regola).
L’aspetto più importante è comprendere che verrà presa una decisione precisa senza esserne consapevoli.
Il sistema 1 non ricorda le alternative che scarta e nemmeno le contempla, il dubbio conscio non rientra nel suo repertorio. Il dubbio, l’incertezza, la valutazione sono di competenza del sistema 2.
Per capire una asserzione è necessario credervi cioè fare in modo che sembri vera, solo in questo modo possiamo decidere se credervi o non credervi.
“la dinca è una fiamma” “vero”o “falso”? in questo semplice esperimento avrete riconosciuto secondo la vostra esperienza una”autorizzazione” a credere o non credere solo dopo, alcuni avranno messo in discussione la veridicità dell’asserzione.
L’elaborazione iniziale di credere è funzione del sistema automatico 1, comprendere come viene elaborata la migliore interpretazione possibile della situazione è di grande aiuto.
Il sistema 1 compie un processo automatico di natura associativa in modo da conferire senso o non senso. Il sistema 2 è responsabile di NON CREDERE.
Diversi esperimenti rilevano che, se il sistema 2 cognitivo è impegnato in altre attività è più facile che NON RICONOSCA FRASI O CONTESTI FALSI.
Quando il sistema 2 è impegnato, siamo meno vigili e tendiamo a credere a molto, indipendentemente dal fatto che sia vero, siamo più vulnerabili.
Il sistema 1 crede sempre, non è in grado di valutare alternative, il sistema 2 deputato a dubitare, se occupato, è comunque pigro, si lascia influenzare da messaggi persuasivi o inconsistenti tipici di spot pubblicitari.
Quando vi chiedono : “Ruggero è cordiale?” Vi verranno alla mente esempi dei comportamenti di Ruggero diversi da quelli che verrebbero alla domanda : “Ruggero è sgarbato?”.
Il sistema 2 verifica le ipotesi con una ricerca di prove di conferma chiamata “strategia di test positivo” contrariamente a quanto si pensa, le persone, anche scienziati e quindi anche imprenditori ed investitori, cercano dati compatibili con le loro credenze del momento.
Concludo questo primo incontro invitando a prendere conoscenza dei due sistemi che sono presenti e collaborano all’interno della nostra mente, a tenere conto che il sistema 1 è incline ad accettare in maniera acritica le prime ipotesi.
Nel prossimo appuntamento cercheremo di approfondire ulteriori dinamiche e cercheremo di comprendere come aiutare i due sistemi a prendere decisioni utili.
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La conoscenza è l’unica attività in grado di far evolvere l’uomo e quindi l’economia.
Ruggero MANCINI