
L’Inflazione: Considerazioni, spesso sentiamo parlare d’inflazione ma qual’è il significato? cosa intendiamo?
Per inflazione intendiamo un aumento generalizzato dei prezzi più precisamente: un aumento prolungato del livello dei prezzi ovvero , ma dovrebbe essere lo stesso, una diminuzione prolungata del potere di acquisto della moneta.
Perché, l’inflazione potrebbe essere diversa rispetto a quanto apprendiamo dall’informazione?
I motivi in grado di generare rialzi nei prezzi sono diversi, in generale non è sufficiente che si verifichi un rialzo improvviso come ad esempio uno shock, per generare inflazione, infatti, rialzi improvvisi di alcuni prezzi possono generare la riduzione di altri, compensando il rialzo medio del paniere di riferimento, inoltre l’inflazione come rialzo generalizzato dei prezzi è un fenomeno prolungato e spesso duraturo.
L’inflazione è un fenomeno monetario.
All’origine dell’inflazione c’è sempre e dovunque l’aumento incontrollato della quantità di moneta, se ciò non si verifica non ci può essere inflazione ma, questa è tuttavia una condizione necessaria, non sufficiente. Prendendo esempio dalla storia Italiana il “primum movens” di allora fu il prezzo pagato per il consenso popolare, per il quale i governi ampliarono la spesa pubblica a dismisura a seguito di spaventosi deficit di bilancio, soccorsi da aumenti di moneta e continue rivendicazioni salariali motivate dalla necessità di precorrere l’inflazione. Oggi in modo diverso, le banche centrali a seguito degli eventi del 2008 hanno generato liquidità impressionanti, senza, almeno in Europa, generare spinte inflazionistiche.
L’aumento della liquidità specie se incontrollata è condizione necessaria per generare inflazione, è quindi sempre motivo di preoccupazione e di incertezza, diviene necessario cercare di comprendere perché, dopo diversi trilioni di liquidità emessa, non ci sia ancora traccia dell’inflazione.
Gli elementi di valutazione che possono contribuire a comprendere l’assenza di Inflazione sono: la modalità con la quale il denaro è stato reso disponibile e le difficoltà di accesso al credito dovute alla mediazione del sistema bancario, la preoccupazione che molto del debito generato non sia restituibile a titolo di esempio i nostri NPL, come nel 2008 furono i mutui sub prime ci sono diverse classi di obbligazioni che ad oggi risulterebbero difficilmente rimborsabili
Se il denaro non viene concesso direttamente ai singoli ( ad esempio tramite aumenti salariali) non diviene immediatamente e discrezionalmente spendibile, da qui è probabile che il controllo dei salari, le liberalizzazioni del mercato del lavoro e le minori tutele giochino un ruolo importante. La mediazione del sistema bancario tra i problemi legati a bilanci “difficili” vedi NPL, difficoltà ad erogare complice anche un tessuto produttivo con bassa produttività e redditività del capitale ha comportato un restringimento nella concessione di credito (ridotto di oltre 50 mld solo nel 2017). A questo si aggiungono emissioni non più rimborsabili che bruciano ricchezza solo nominalmente disponibile.
In sintesi, oggi, sembra non esserci neanche l’ombra dell’inflazione ma, si riduce il reddito disponibile ed aumentano alcuni prezzi non legati alla domanda
Potrebbe essere “confusa” con l’inflazione la percezione di riduzione del potere di acquisto, nella realtà questo fenomeno è attribuibile e si traduce in una riduzione della quota di reddito disponibile al consumo, dettata da inefficienze, malfunzionamenti oltre che dal rialzo di alcuni prezzi non legati alla domanda; dalle prestazioni sanitarie, alla burocrazia, ai carburanti, per non parlare di quote crescenti di reddito che dovranno essere allocate in accantonamenti previdenziali aggiuntivi, un reddito che non cresce non è sufficiente a soddisfare i bisogni e le esigenze precedenti, figuriamoci di crescenti.
Se quanto sopra descritto è più di una sensazione, certo non possiamo definirla inflazione, tuttavia il rischio che il progredire di alcune dinamiche porterà ad un aumento dei prezzi è molto elevato, la prosecuzione di una dinamica recessiva comporterà prezzi più alti, sia per le minori economie di scala che per l’aumento del rischio che, inevitabilmente porterà al rialzo i rendimenti finanziari, quindi maggiori interessi.
L’inflazione semplicemente non c’è! L’inflazione che dovremmo augurarci di vedere è quella dettata da una crescita dei consumi generalizzata a seguito di incrementi del reddito, della produttività e della redditività, l’unica in grado di essere sostenibile con la crescita.
Il Paradosso
Mai come in questo periodo il denaro è disponibile in così grandi quantità!
…ed a costi “accessibili”! (Parlerò di questo aspetto in un altro capitolo).
Certamente non è mai stato disponibile tanto denaro come in questo momento, è disponibile a livello di sistema e si può spendere nel senso che ci si può indebitare ma, da una parte è necessario avere i requisiti per indebitarsi ( vedi aziende e redditività sul capitale) dall’altro il controllo dei salari, comprime i consumi entro livelli più circoscritti alla dimensione della retribuzioni che includono tutte le spese necessarie come consumi primari, abitativi, inclusi i maggiori costi per servizi sanitari e prestazioni pensionistiche etc. limitando la quota destinabile all’ indebitamento.
L’aumento dei prezzi e la bassa crescita o recessione: Stagflazione
Il nome può spaventare o non dire molto, per semplicità descrivo il fenomeno che semplicemente coniuga prezzi crescenti con crescita stagnante, in sintesi è l’effetto congiunto di minore reddito e prezzi crescenti.
In Paesi ad elevata fiscalità, dove si perseguono obiettivi di breve periodo, il costo, anche della continua ricerca di consenso, viene pagato al prezzo di un progressivo impoverimento, all’interno di una forbice sempre più stretta tra esigenze di allargamento del deficit, aumento della pressione fiscale e mantenimento dei singoli interessi corporativi, detto in modo semplice a nessuno può essere detto di NO!
Il risultato che ne consegue si manifesta in continui cali di produzione, perdita di produttività e di servizi, tassazione sempre più elevata e minori salari ( eccetto retribuzioni statali), ed il rischio di forti contrapposizioni e conflitti sociali diviene elevato.
Stile “Rana Bollita”
In questo contesto, l’aumento dei prezzi è dettato dall’aumento dell’incidenza fiscale (maggiore IVA, carburanti a prezzi superiori del 30% rispetto UE, maggiore tassazione complessiva, a questo proposito invito a non valutare la riduzione delle aliquote, è fuorviante), il paese rimane schiacciato dall’inflazione da miope mala gestione, redditi e patrimoni in diminuzione e male distribuiti.
In generale possiamo dire che l’inflazione non c’è , quella che chiamiamo inflazione è la distorsione di rialzi dei prezzi dettati dal peso politico, dall’incapacità di fare delle riforme, scegliendo la via “apparentemente semplice “ di fuga dalle responsabilità alla ricerca del consenso.
In tale, contesto assolutamente deflazionistico, è certamente possibile assistere a rialzi dei prezzi di alcuni beni, in particolare legati alle prestazioni sanitarie , trasporti e quindi anche materie prime di consumo come gli alimentari, tuttavia, attività reali come immobili, valori delle imprese tendono e tenderanno a contrarsi anche in modo sostanziale.
Tutto accade senza che nessuno sembri rendersene conto!
Asimmetrie di manifestazione degli effetti attribuiti all’inflazione
Se la moneta utilizzata si integra in sistemi economici molto differenti si possono avere asimmetrie di manifestazione degli effetti inflattivi; possiamo avere inflazione dal punto di vista del potere di acquisto, in termini di contrazione del reddito ed aumenti di natura fiscale, ed assenza di inflazione a livello di sistema dei prezzi, in mezzo c’è “l’inefficienza del sistema paese”.
Investire non è stato mai così facile!
Se queste considerazioni possono avere un senso e se la ricchezza non dipende dalla quantità in termini nominali, ma dal potere di acquisto del denaro, allora investire, davvero, non è stato mai cosi facile, sarà sufficiente prestare attenzione a non subire perdite rilevanti e prepararsi a fare scelte d’investimento in una fase successiva. I patrimoni finanziari “liquidi” godono di maggiore flessibilità ed efficienza rispetto agli “immobili” ed “illiquidi” che potrebbero subire perdite ingenti.
Ruggero Mancini