
Riprendiamo i lavori dopo una splendida pausa estiva con un tema dedicato a coloro che seguono o comunque sono interessati, alle dinamiche dei mercati finanziari, che sia un interesse finalizzato alla ricerca di metodi ed analisi rivolti ad ottenere maggiori rendimenti o semplice curiosità, i mercati finanziari ed il loro andamento custodiscono in modo estremamente sintetico, molte preziose informazioni, utili per elaborare scenari futuri a supporto di valutazioni, orientamenti e successivi possibili sviluppi dell’economia reale.
Dal precedente articolo sull’argomento di maggio, le cose non sono sostanzialmente cambiate, i prezzi dopo il recupero di agosto sono tornati sotto pressione fornendo evidenza di un recupero correttivo, insufficiente per cambiare una tendenza primaria.
Non ho l’ambizione di rivelare verità nascoste ma, fornire un supporto utile per orientare le scelte sia che riguardino gli investimenti in termine di gestione del portafoglio finanziario sia l’impiego in azienda dei capitali di funzionamento.
Non conosco il futuro, utilizzo semplicemente la conoscenza, delle specifiche competenze e molta curiosità , impiegando tempo e dedizione per cercare di capire ed acquisire maggiore consapevolezza in merito allo stato di salute delle aziende, dell’economia e delle attività prese in esame, al fine di adottare scelte consapevoli e limitare l’influenza di fattori emotivi che spesso condizionano le decisioni.
I mercati finanziari, l’industria, domanda/offerta, gli attori
I mercati finanziari, come qualsiasi attività legata all’uomo, sono fisiologicamente caratterizzati da fasi alterne che ricomprendono periodi caratterizzati anche da andamenti negativi più o meno estesi nel tempo.
Molti investitori, pensano, si aspettano o sono indotti a credere, che i trend siano sempre positivi, che possano, nel peggiore dei casi , essere interrotti da brevi, anche se profonde correzioni. La realtà, ricomprende anche prolungate fasi di ribasso o movimenti laterali, interrotte solo da recuperi temporanei com’è stato il periodo 2001-2018 nei mercati europei ed in particolare in Italia dove il ftse mib perde ancora circa il 50%.
Come tutte le industrie giovani, quella del risparmio non fa eccezione, inserita ancora in una fase iniziale, seppur avanzata, è condizionata da una forte domanda eccessivamente orientata ed attenta a chiedere solo rendimenti e di breve periodo, poco attenta a valutare soluzioni e rapporti professionali al fine di risolvere le esigenze di investimento, diviene condizionabile ed influenziabile da un’offerta aggressiva, certamente titolata, ma poco qualificata, anch’essa non ancora matura per tutelare gli interessi di tutte le parti coinvolte.
Quanto sopra descritto e concentrazioni unilaterali di interessi, non consentono ancora di fare della consulenza un servizio al cliente ma, prevalentemente una attività strumentale al collocamento. Caratteristica di un mercato non maturo è un cliente ancora non sufficientemente preparato e consapevole, piuttosto fragile, soggetto a forti variazioni emotive, poco e non correttamente informato anche grazie alla pigrizia che spesso lo distrae dall’informarsi correttamente in merito ad attività seconde per importanza solo alla sua salute, come l’economia e la finanza, una ingenuità che spesso lo porta a pensare, con eccessiva superficialità ed “ingenua” fiducia ad affidare a terzi i suoi interessi senza alcun controllo.
Prospettive dei mercati
Se, le quotazioni raggiunte in agosto definiscono la conclusione del movimento di recupero dai minimi di febbraio, si chiuderà una fase di rialzi/ movimenti laterali per i mercati azionari, aprendo ad una nuova fase di BEAR MARKET, un trend che porterà una tendenza primaria negativa seguita da temporanee fasi di recupero più o meno pronunciate.
Il massimo raggiunto a gennaio 2018 ed il raggiungimento degli stessi livelli o parte di essi, degli indici azionari dovrebbe concludere una delle più lunghe fasi di crescita dei mercati azionari originatasi dal 2009 dai fatti di Lehman Brothers.
Il mercato ha raggiunto quotazioni sostenute da un numero particolarmente ristretto di titoli, in particolare del comparto tecnologico, che hanno spinto le quotazioni dei principali indici americani come il NASDAQ e lo S&P sui quali gli investitori stanno ponendo attenzione e fiducia (confondendo gli elevati prezzi raggiunti con la prospettiva di ulteriori guadagni) ma, questi indici e la dinamica interna, mascherano la loro stessa debolezza che potrebbe avere anche drammatiche conseguenze, infatti, un recupero basato su pochi titoli chiamati “FAANMG” acronimo che individua le iniziali delle società che lo compongono come Apple, Amazon, Google e che hanno consentito il recupero, non è ritenuto sostenibile al contrario, particolarmente fragile.
Una situazione precaria
Estremo ottimismo, eccesso di leva, eccesso di debito, estrema qualità del debito ed estrema ingenuità degli investitori nell’ambito finanziario e dei mercati ( più attenti a fare le scelte ad eventi già manifesti ed accaduti) sono gli elementi da valutare con estrema attenzione, non è mia intenzione o capacità quella di anticipare eventi, ma certamente, in termini professionali, di suggerire una attenta valutazione e molta prudenza nelle valutazioni in questo particolare momento/periodo.
La ricerca, l’ansia di rendimenti, spinge oltre le reali possibilità ed evidenze, a considerare in modo non corretto gli investimenti e le aspettative.
La ricchezza si misura in termini reali e la ricerca del rendimento in questi periodi va ricercata è compresa con altre misure di valutazione, molti investimenti hanno poche o nessuna opportunità rispetto al rischio che si sostiene, in particolare modo per gli investitori.
Investire è sinonimo di scelte nel tempo non solo questione di tempo.
La propensione al rischio, così chiamata, è un elemento soggettivo e come tale risente di fattori emotivi e circostanze spesso non legate a valutazioni oggettive e di valore, come tale, si modifica a seconda delle emozioni e non rimane costante, con la conseguente difficoltà di essere correttamente valutata.
Oggi, ai massimi relativi, in una situazione valutata positivamente dalla pluralità del mercato, la propensione al rischio è massima, come nel 2001 o sui minimi del 2003 la propensione al rischio era minima…… considerazioni ? Ognuno può trarne secondo il suo pensiero, ogni considerazione è valida in termini soggettivi.
QI
Governi e Banche Centrali hanno compiuto enormi sforzi per mantenere una situazione difficile, sono state versate enormi quantità di denaro e adottate diverse misure non convenzionali multiple rispetto a tutti i periodi precedenti, mai viste per quantità e durata ma, un problema devi risolverlo non nasconderlo, il rischio è che il protrarsi dei sostegni aumenti la dimensione delle conseguenze successive con l’aumentare del tempo.
Mercati negativi e prezzi in discesa sono assolutamente fisiologici, normali e direi auspicabili in una economia.
Tuttavia, forti correzioni sono in grado di produrre un cambiamento sia negli atteggiamenti di investimento che in quelli di consumo, già pesantemente condizionati dai problemi dell’ economia reale ai quali pochi mostrano attenzione.
Il suggerimento è di usare molta prudenza e cercare di non vivere l’ansia di conseguire vantaggi immediati e rincorrere rendimenti e quotazioni in rialzo pensando siano le ultime opportunità.
Uno spunto di riflessione, non mio, che nasce dalla osservazione della crescita eccezionale di dati e ricerche su Google potrebbe anticipare che un giorno i ricercatori potranno concludere che l’intensità di ricerche sul web sono direttamente collegati e valutabili come misure di sentiment: intensità e sentiment sono coincidenti.
A Presto
Ruggero Mancini