Il significato e l’importanza dei tassi di interesse

Il 19 aprile 2018 il sole 24 ore riportava l’invito dell’FMI a prestare attenzione all’aumento dei rischi per la stabilità finanziaria e la crescita.Le banche continuano a normalizzare le politiche monetarie (rallentano l’immissione di liquidità).

Sempre il 19 aprile il sole scrive in merito alla dimensione particolarmente elevata del debito globale 164.000 miliardi di dollari pari al 225% del Pil mondiale. Elevati livelli di debito rendono difficile operare politiche anti-cicliche (sostegno della crescita e dell’occupazione nelle fasi di contrazione) in particolare se in presenza di una crisi finanziaria.

Il peso del debito pubblico insieme al debito privato tende a prolungare le fasi recessive, se a questo aggiungiamo A) l’incremento della vulnerabilità a medio termine indotta da valutazioni eccessivamente ottimistiche (gonfiate) su molti “asset” (azioni, obbligazioni immobiliare), B) l’eccessivo indebitamento dei paesi emergenti e C) le tensioni di liquidità nelle banche, ci sono elementi sufficienti ed utili per iniziare a pensare che sia venuto il momento di capire cosa sta accadendo e muoversi a fare scelte consapevoli per evitare pesanti delusioni e soprattutto evitare di compromettere patrimonio e tenore di vita.

Il 24 aprile sempre il sole 24 ore, pone in evidenza i molti anelli deboli della catena di crediti e di debiti incagliati in Italia che hanno aperto voragini nei conti pubblici e privati. I decreti sblocca crediti sono stati usati da molte regioni per alimentare nuova spesa corrente al posto di saldare i debiti con le imprese creditrici della pubblica amministrazione, contribuendo ad assottigliare la liquidità disponibile.

A quanto sinteticamente esposto si aggiungono le preoccupazioni di inflazione provenienti dagli USA, il discorso è ampio, estremamente ampio, ma un rialzo dei tassi non genera necessariamente inflazione.

Cosa sono i Tassi

non sono animali, ma si muovono autonomamente. Sono talmente importanti (in particolare le variazioni) da influenzare ogni variabile indicata negli argomenti anticipati . La loro influenza si estende a : crescita, aspettative, inflazione, debito, ricchezza , accumulo, azioni , obbligazioni, immobiliare, rientrano in qualsiasi valutazione ed in molteplici significati. Rappresentano l’interesse di equilibrio in termini di domanda-offerta su specifici asset. Il tasso di rendimento esprime quanto atteso dall’impiego ad esempio nella obbligazione come il titolo a 5 anni tedesco oggi, in questo momento, rende zero % ed a 10 anni il BUND lo 0.663 %, ma i rendimenti sono stati negativi a lungo con rendimenti scesi oltre allo -0,80% annuo sul titolo A 5 ANNI, si, era necessario pagare per avere titoli di stato ( il significato importante di queste considerazioni deve essere affrontato in altra sede).

Come si muovono

E’ opinione diffusa che le banche centrali muovano i tassi di interesse (a breve) anticipando e guidando i mercati finanziari , mi dispiace svelare un “segreto” ma, le banche centrali “adeguano” i tassi ufficiali ai tassi di mercato, non li anticipano e quando ciò non è accaduto sono state costrette a correre ai ripari. I banchieri centrali hanno compreso l’importanza di esercitare il potere attraverso la gradualità e la politica degli annunci; due comportamenti “premurosi ” che sottopongono in anticipo “le mosse” al giudizio dei mercati attraverso i quali è possibile comprendere gli orientamenti.

Quanti tassi ci sono

I “Tassi”, parliamo dei tassi di mercato, sono diversi a seconda delle scadenze per semplificare diciamo che maggiore è la durata del debito maggiore il tasso di interesse. Il grafico che sintetizza le informazioni ha il nome di: curva dei tassi di interesse: attraverso un grafico ed il confronto con i precedenti, possiamo comprendere la situazione generale e le aspettative degli operatori.

Cosa muove i tassi

I tassi si possono muovere per diverse ragioni: shock, inflazione, rischio; la “lettura” incorpora delle aspettative. Tassi in rialzo non necessariamente significano inflazione, livelli alti di tassi non sono necessariamente un problema, pensate, oggi con tassi negativi siamo divisi costantemente tra recessione e ripresa……. Il costo del denaro è sempre relativo! Introduciamo il concetto di rendimento reale, interessa gli investitori in termini ricchezza effettiva, è importante perché esprime la capacità di crescita reale in termini di “potere di acquisto”, è la differenza tra il rendimento nominale ( di facciata) e l’inflazione, è importante sapere che, possiamo avere rendimenti reali positivi anche con inflazione negativa o con rendimenti nominali negativi.

Le politiche monetarie influenzano prevalentemente i tassi a breve, i tassi decennale ed oltre sono regolati dalle “aspettative” di crescita ed inflazione. I tassi tra loro si influenzano.

Nella attuale situazione dove gli indici americani azionari S&P “girano” a dividendi dello 0,50% un rialzo dei tassi di interesse delle obbligazioni USA a 10 e 30 anni, potrebbero tornare a diventare attraenti, gli investitori sovraesposti sull’equity potrebbero decidere di tornare al reddito fisso provocando una forte correzione. Alcuni suggeriscono che la crescita economica potrebbe evitare queste preoccupazioni ma una crescita sostenuta da quantità maggiori di debito che diventano strutturali, è una crescita pericolosa in quanto non sostenibile. Certo, come ricordano molti autorevoli operatori , non bisogna dimenticare che l’economia globale sta attraversando la miglior fase di espansione da 10 anni a questa parte ma, è altresì utile ricordare che ciò è avvenuto con una delle più grandi operazioni di liquidità a sostegno, da parte delle banche centrali.

Provate a rispondere a questa domanda: Investireste in azioni sapendo di ricevere un dividendo dello 0,54% ?

Le quotazioni dei mercati sono fortemente influenzate dai tassi di interesse, le quotazioni sono un fattore di sconto, i prezzi incorporano delle condizioni future “le aspettative”, sulle quali è necessario riflettere e bene.

Queste dinamiche, le stesse, si riversano anche sulle aziende non quotate e sugli stati ed è assai improbabile che Stati e imprese possano permettersi di rifinanziarsi a costi più elevati senza che la sostenibilità del loro debito sia messa in discussione. Se l’economia e i consumi corressero, le aziende farebbero più utili ma non credo sia questa la prossima evoluzione e forse non sarebbe sufficiente.

Il bilanciamento tra stretta monetaria e crescita economica sarebbe un segnale positivo, una logica conseguenza in un clima di inflazione, ma la quantità stratosferica dei debiti, la loro dubbia esigibilità, insieme ad una crescita affogata dal debito, assistita prevalentemente da fenomeni monetari propone uno scenario assai diverso di deflazione.

Ruggero Mancini

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