Il costo del consenso, oltre al debito pubblico, gli NPL di ieri e quelli di domani.

Il 2016 aveva confermato la scelta strategica da parte degli istituiti di credito di una forte selettività del credito derivante in particolare modo dai timori di accumulo delle sofferenze.

Il 2017, annunciato come l’anno della fine del credit crunch , l’anno della ripresa economica e con se la ripresa di erogazione del credito, si è chiuso pesantemente negativo con un calo dei prestiti alle imprese scesi da gennaio ad ottobre di ulteriori 50 mld pari al 6,5% del totale dei crediti concessi.

I dati confermano la preferenza da parte degli istituiti di credito, in cerca di maggiore sicurezza e minore consumo di capitale di vigilanza, di rivolgersi alle imprese di maggiori dimensioni. tralasciando interi comparti dell’economia.

Il 2017 non è stato l’anno del ritorno del credito bancario e credo sia difficile sperare e sbagliato augurarsi un suo ampliamento negli anni successivi senza una profondo cambiamento dell’interpretazione delle regole da parte degli attori.

È una grande partita dove banche, investitori ed aziende hanno rivestito ruoli non appropriati, con regole sbagliate, quando presenti, insieme a regolatori e vigilanza spesso guidati da interessi diversi da quelli nazionali.

I problemi delle banche sono i problemi del Paese

I problemi delle banche riguardano l’intero paese, le banche non sono da demonizzare, lo è l’uso da parte degli uomini che le hanno gestite ed utilizzate come strumento di raccolta che, nascondendo perdite assolutamente previste, in alcuni casi voluti, distribuiva negli anni decine miliardi di euro sotto forma di utile a fondazioni e politica che li governa, sotto la “stretta collusione- distrazione” degli organi di vigilanza, Banca d’Italia e CONSOB.

Il costo del consenso

Possiamo definire il problema degli NPL (crediti deteriorati, gran parte dei quali non esigibili) e di quelli che matureranno, insieme al nostro caro debito pubblico, come il costo della democrazia che abbiamo scelto, quella che accontenta tutti , dove tutto è realizzabile senza eccessivi sforzi , ed alla fine, non essendo possibile crea mostri di debiti inesigibili, abilmente nascosti o semplicemente ignorati , alimentati da una raccolta elevata e costante di correntisti ed investitori, ignari ed ignoranti , ingordi o volutamente miopi.

La commissione parlamentare si è limitata a dare evidenza solo ad aspetti di responsabilità tecnica e politica assolutamente marginali , distraendo l’opinione pubblica dal chiarimento delle responsabilità, dalla gravità del problema ben più ampio di quanto emerso dalle recenti cronache. Una occasione perduta.

Concludo con la nota positiva dell’arrivo di Mario NAVA alla guida di CONSOB a chiudere, almeno formalmente, un lungo periodo “grigio” di esclusiva salvaguardia di grandi e piccoli, miopi, interessi personali

Ruggero Mancini

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