Cosa, come e perchè, ci spinge a prendere le decisioni

Ho scritto questo articolo pensando alla utilità che ne avreste tratto, nella convinzione che in qualsiasi campo vi troviate a prendere delle decisioni potrà esservi di aiuto!
In questo articolo sono trattati i seguenti temi:
  • mercati finanziari: prima i prezzi o le emozioni ?
  • Le aspettative
  • Formazione delle bolle speculative
  • La “SPECULAZIONE”
  • Il comportamento. la socioeconomia, cause esogene ed endogene
  • Mercati finanziari, sentiment, euforia e pessimismo
  • comportamenti imitativi: “effetto gregge” e socioeconomia
  • comportamento finanziario & comportamento economico
  • Impulsività Vs. massimizzazione dell’utilità
Ruggero MANCINI

 

Viaggio nelle dinamiche del movimento di mercato atteso dagli indici americani.

Prima i prezzi o le emozioni?

 

Il movimento che ci aspettiamo  dagli indici USA (nuovi massimi, seguiti da  minimi sotto dic 2018 e poi successivi  nuovi massimi assoluti) possiamo immaginarlo  come una sequenza  di cambiamenti nell’umore dei partecipanti, variazione che contribuirà a muovere i prezzi attraverso l’alternanza da stati di euforia e pessimismo.

La variabilità delle emozioni è incorporata negli indicatori  o  misure del “sentiment”, dati che vengono registrati e regolarmente confrontati con il movimento tecnico dei prezzi.

Compiacenza, ottimismo e pessimismo sono stati della natura umana, la loro misurazione in un scala da “1 a 99” ne misura l’ampiezza,  il valore e la frequenza. Il raggiungimento degli estremi offre  informazioni utili alle decisioni in materia di investimenti, consentendo  il vantaggio di individuare potenziali  punti di inversione primaria.

Più volte abbiamo descritto  il movimento dei prezzi come una variazione caratterizzata dalle aspettative degli investitori, le quali vengono continuamente influenzate dalle percezioni, in relazione alle informazioni ed ai “filtri” che ciascuno utilizza per “analizzare i dati ”.

Se questo corrisponde al vero, e lo dimostra l’evidenza scientifica , la correttezza e di conseguenza l’utilità di una aspettativa risente di alcuni  passaggi delicati, dei   “colli di bottiglia”: il “filtro” con il quale vengono vagliate le informazioni, la attendibilità loro attribuita (diretta conseguenza della capacità di giudizio critico dell’individuo  di analizzare e valutare le informazioni, quindi con riferimento alla cultura, alle competenze, la sua influenzabilità).

Quanto sopra descritto riproduce, semplificando, i passaggi che compongono la dinamica di formazione delle aspettative, che a loro volta generano giudizi ed azioni  in termini di decisioni, comportamento, acquisto.

 

Noi ed i mercati a cosa reagiamo?

Come si generano i prezzi?

Gli eventi esterni agiscono sui prezzi?

Cause esogene ed endogene: Il comportamento: la socioeconomia

Un evento esterno può incidere sui prezzi ? Certo! Ma i prezzi sono influenzati dagli eventi esterni ? Anche, quasi mai !

Il ruolo delle aspettative

L’aspettativa si può definire come un prodotto culturale collegato a modalità ricorrenti dei comportamenti sociali, le sue principali caratteristiche, in relazione alla possibilità di beneficiare delle  opportunità sui mercati finanziari,  riguardano:  “La dinamica di sconto” e “ l’aleatorietà di manifestazione dell’evento”.

 

Esempi:

  1. se la mia aspettativa, secondo il “filtro” utilizzato per le mie valutazioni ( oggettive +soggettive e sistema di percezione!), è quella che un titolo salga, tenderò ad acquistarlo, nel medesimo momento ci sarà una controparte, con aspettative diametralemente opposte,  disponibile a vendere (altrimenti non potrei acquistare) quindi nel medesimo momento si formano giudizi soggettivi che inducono ad azioni contrarie.
  2. In un sistema composto da soli “due”attori,  come quello descritto  i prezzi fluttuano sulla base delle aspettative e lo scambio avviene senza che un fatto oggettivo sia accaduto (il titolo è lo stesso, le informazioni pregresse sono le medesime, qualsiasi riflessione  non trova riscontro se non nelle aspettative che si “compensano”) ma, se,  per qualsiasi motivo, vero o presunto (è sufficiente che sia verosimile, credibile o giustificabile) fatto o circostanza, anche se artefatta ed opportunamente riproposta ( attraverso mezzi di informazione che ne conferiscono la credibilità), l’orientamento prevalente delle opinioni e delle percezioni tende a polarizzarsi e definirsi in modo netto su posizioni  diverse, tali da avere su 100 attori  posizioni non più, divise in  50% a favore e 50% contro, ma l’80% in una direzione e solo il 20% in quella opposta, questo sbilanciamento genererà un fenomeno che sposterà il prezzo di equilibrio  tra la domanda e l’offerta, determinando movimenti , anche ampi dei prezzi ma,attenzione!  anche in questo caso si assisterà solo ad ampi movimenti dei prezzi, indipendentemente dalla realizzazione dell’evento atteso.

Le sole aspettative sono sufficienti a generare i movimenti, anche ampi, dei prezzi senza che l’evento debba realmente accadere.

Esempio:

ora immaginiamo che dei 100 operatori, inizialmente  divisi in 80 -20  la relazione si trasformi in 100-0 ovvero, tutte le aspettative da una parte . Tutti acquirenti o venditori,  il movimento dei prezzi sarebbe estremamente ampio ( se tutti vogliono vendere o comperare significa che nessuno vuole  acquistare/vendere), un comportamento che porterebbe ad assenza di scambi per l’assenza di controparti e  con movimenti estremi dei prezzi, ma, attenzione !!!!!!

A)nel mercato potrebbe comunque non verificarsi alcun evento

B)i prezzi avrebbero già incorporato l’evento peggiore, quindi in questa circostanza l’opportunità di acquistare/vendere è reale perché corrisponderebbe  al prezzo incorporato  “come se” l’evento fosse realmente accaduto.  

Non è un caso che la “SPECULAZIONE” definita, purtroppo, sempre in modo dispregiativo altro non è che una controparte utile a bilanciare interessi ed informazioni anche dei partecipanti al mercato:

  1. è informata
  2. si assume un rischio
  3. fornisce liquidità
  4. riequilibria gli eccessi
  5. si comporta come un imprenditore  competente e beneficia degli eccessi e soprattutto della capacità di valutarli

Come un leone nella foresta rimuove le inefficienze e gli animali più deboli consentendo il controllo dei numeri.

Non a caso i mercati finanziari formano dei massimi e minimi prima che si manifestino realmente delle condizioni / eventi (un massimo tre-sei mesi prima del picco degli indicatori economici e circa 6 mesi prima di eventi recessivi, inoltre, generalmente, i massimi/minimi assoluti si presentano in condizioni di “sentiment” estremi  Euforia” per i massimi, “Panico” per i minimi).

In sintesi

dovrebbe essere chiaro che i movimenti dei prezzi sono guidati prevalentemente dalle aspettative, la loro interpretazione , la prosima volta,vi consentirà di prenderne beneficio e in presenza di estremi di “sentiment” , la conoscenza delle dinamiche esposte dovrebbe consentire ad ognuno di aumentare la consapevolezza del momento, in relazione alla valutazione  degli investimenti, di  ridurre il senso di incertezza, di insicurezza e  la preoccupazione legata all’andamento delle quotazioni.

 

Ma i mercati  sono solo questione di  percezione!!!!

… certamente è la principale dinamica  che genera il  movimento dei prezzi, ci sono poi altre considerazioni che potremmo definire fondamentali, di natura economica che contribuiscono a determinare dei livelli di equilibrio ma per diverse ragioni anche  complesse potrebbero non essere prese in considerazione dalla comunità degli investitori, comunque il loro valore è accertato su periodi di tempo più lunghi.

L’emotività, la modesta razionalità nei comportamenti e nelle scelte, il valore delle capacità, la credibilità,  giocano ruoli chiave sia nella vita nei mercati finanziari che nel quotidiano delle persone.

 

L’amore per i mercati finanziari……..

…….mi ha portato a studiarli, intenderli, valutarli  come una proxy dell’economia reale, come una  lettura del comportamento umano.

Attraverso i mercati finanziari è possibile declinare le aspettative nell’economia reale e nelle aziende.

A) Un PIL che non cresce è sinonimo di stagnazione, è quindi possibile che politiche di crescita in volume risultino difficili e particolarmente costose da implementare, B) l’aumento dello  spread si riflette in maggiori  interessi per lo Stato, ma anche per tutto il sistema paese ed in modo più che proporzionale  per le aziende di minori dimensioni, limitando la competitività,  sottraendo risorse altrimenti disponibili per investimenti, distribuzione di utili per esempio, C)  ma anche tra sistemi paese diversi: una azienda Tedesca avrà maggiore facilità di accesso al credito e minori interessi di una Italiana.

 

Mercati finanziari, sentiment, euforia e pessimismo, comportamenti imitativi: “effetto gregge” e socioeconomia

 

Il movimento che ci aspettiamo dai mercati USA sarà accompagnato  nelle variazioni di prezzo, da  tendenze nel sentiment, espressione dell’umore della comunità degli investitori, in particolare ci aspettiamo che i maggiori condizionamenti provengano dall’area politica anche tenuto conto delle prossime elezioni presidenziali USA nel 2020.

Gli scenari cambiano perché, cambiano le opinioni e le aspettative da parte degli investitori, ma la variabilità non deve essere confusa con l’instabilità. La variabilità è sinonimo di interazione,  di trasformazioni, di espressione delle singole aspettative sulla base di considerazioni  e capacità personali che rappresentano il motore della crescita e dello sviluppo economico.

“L’effetto gregge”

I comportamenti imitativi sono  uno dei concetti più importanti nell’economia cognitiva, specialmente se applicata ai mercati finanziari. I comportamenti imitativi sono “errori cognitivi” e rappresentano una “scorciatoia”, una semplificazione del processo decisionale, che mettiamo in atto in modo inconsapevole, per accelerare le nostre decisioni in particolare se in presenza di complessità ed incertezza. Maggiore è la complessità e l’incertezza e maggiore sarà il ricorso alle “scorciatoie” da parte della mente. Le scorciatoie se da una parte accelerano il processo decisionale dall’altra rischiano di farci commettere errori anche particolarmente gravi, conoscerle è di aiuto per ridurne l’impatto in qualsiasi ambito decisionale.

L’effetto gregge si  basa sulla probabilità aumentata che una scelta o una decisione sia tanto più valida e corretta tanto maggiore è il numero di persone che la preferiscono. Gli ambiti di manifestazione riguardano qualsiasi aspetto riguardante le decisioni, la politica, l’economia, gli investimenti, la religione, gli acquisti , la pubblicità.

Quando ascoltiamo o leggiamo: “ scelto dal 90% dei consumatori” in realtà la dinamica nella quale rischiamo di essere inconsapevolmente coinvolti è proprio il comportamento imitativo denominato effetto gregge, e di assumere una decisione in funzione della validità presunta a seguito del “se tutti la scelgono!!!”, oppure il meccanismo della recenzione ….potrà sembrarvi banale ma scoprire la semplicità con la quale agiamo potrebbe essere sorprendente.  

La socioeconomia

Il lavoro che presentiamo elabora in termini  interdisciplinari il comportamento imitativo del  concetto di “gregge”, analizzando il vantaggio  della prospettiva fornita dalla socioeconomia, una teoria che considera il “gregge”  come un processo imitativo generato da aspetti evolutivi, pre-razionali e prevedibili.

 

Le Neuroscienze hanno contribuito a chiarire che la completa razionalità degli investitori è solo teoria, e che  i movimenti di mercato avvengono a seguito dell’alternanza di eccessi di ottimismo e pessimismo che generano aspettative e fiducia nel mercato, come nella vita reale e nelle  relazioni, con conseguente emergere e dissoluzione delle “mode”.

Imitazione e bolle speculative

Le dinamiche sociali  riferite alle bolle speculative sono una combinazione  di entusiasmo sociale, eccessivo ottimismo ed attenzione selettiva; spesso l’elevata domanda per asset di investimento è generata da una memoria collettiva di elevati rendimenti passati, dal desiderio di ottenerli e dall’ottimismo che quei ritorni sono in grado di generare in futuro  tutto in funzione di una presunta fiducia in se stessi, nella loro esperienza esperita (realtà soggettiva), aspettative, “immagine veduta” esclusivamente come rappresentazione individuale.

Il modello di approccio psicologico sociale è al pari di quello caratteristico della  fede, della moda, dei processi imitativi si inserisce in un eccesso di confidenza, in una cultura complessa di giudizi intuitivi  circa le aspettative ed  il futuro andamento dei prezzi che spinge il desiderio all’agire.

 

comportamento finanziario

comportamento economico

 

Da un punto di vista socioeconomico, un ambiente caratterizzato da incertezza, legato alla necessità di adottare delle decisioni per “sopravvivere o non essere sopraffatti”  induce gli individui a muoversi  alternando decisioni su base razionale ed azioni istintive , in modo impulsivo,  adeguandosi a stili di “gregge”, una dinamica che obbliga gli individui a riorientare i comportamenti lontano dalle informazioni oggettive, alle valutazioni e dai processi inizialmente il loro possesso, spingendoli su valutazioni di altri che fungono da guide all’azione, un ri-orientamento inconscio che li induce ad assumere comportamenti imitativi.

Il tentativo è distinguere il comportamento finanziario dal comportamento economico risolvendo il conflitto tra i modelli causali endogeni ed esogeni del comportamento sociale umano.

Da un punto di vista economico gli avvenimenti esterni o esogeni hanno un impatto sui prezzi mentre, dal  punto di vista del comportamento finanziario i prezzi sono la conseguenza  della dinamica imitativa del comportamento endogeno.

Il punto di vista socioeconomico  riconcilia la dualità del concetto razionale- emotivo delle scelte, quella differenza tra comportamento economico e finanziario legato a concetti di oggettività e soggettività, offrendo una sintesi tra  la razionalità che governa le decisioni in ambito economico, dove la conoscenza è relativamente certa ed ha carattere di oggettività e dove la razionalità è la regola,   alla teoria finanziaria di governo e gestione delle decisioni, dove la conoscenza è di fatto intrinsecamente incerta e rimane in ambito propriamente soggettivo e dove l’emotività è la regola.

La teoria socioeconomica è nuova nel descrivere un modello del comportamento imitativo  inconscio pre- razionale  che simula dinamiche endogene all’interno di  gruppi omogenei di esseri umani in contesti di incertezza, superando tutte le ipotesi di natura razionale classiche del comportamento economico e della massimizzazione dell’utilità  (principio edonistico).

I processi descritti a livello di comportamento sociale non si trovano in opposizione da un punto di vista concettuale se li analizziamo all’interno del contesto di riferimento.

Il carattere socioeconomico coniuga due differenti valutazioni ed offre un punto di vista più accurato e potente dell’interpretazione  teorica dei modelli di comportamento sociale umano

 

Impulsività Vs. massimizzazione dell’utilità

Il modello di imitazione del comportamento,  postulato dalla teoria socioeconomica, fa derivare il comportamento finanziario, dallo sviluppo evolutivo, endogeno, inconscio non razionale che non massimizza l’utilità dell’individuo in contesti di incertezza nei quali non è possibile applicare l’equilibrio.  

Il modello socioeconomico è in contrasto con i modelli finanziari che condividono con l’economia neoclassica prevalente l’ipotesi di massimizzazione dell’utilità, equilibrio, prezzi razionali, causalità meccanicistica e shock esogeni. Inoltre, respinge il concetto di massimizzazione dell’utilità.  

Nel passato si sono costantemente confrontati  due punti di vista:

  • quello che sottolinea il comportamento stentato e vede l’uomo come determinato dagli istinti
  • la visione che presuppone che l’uomo reagisca razionalmente all’esperienza della realtà

 All’inizio si considerava l’imitazione come una strategia di apprendimento intenzionale, razionale. Nell’evoluzione della teoria sociale, lo studio delle dinamiche, le scoperte legate  alla finanza comportamentale e alla identificazione delle anomalie, ha portato alcuni economisti  a riconoscere l’importanza del non razionale o extra razionale  e dell’istinto, come tratti del comportamento umano.

Alla domanda semplicistica se “Il comportamento umano sia istintivo o razionalmente determinato ?” la socioeconomia risponde:  entrambi ! configurandosi come una proprietà emergente.

La Socioeconomia pone una domanda più sofisticata e più utile: “Come fanno  le dinamiche del comportamento sociale razionale ad integrarsi alle dinamiche del comportamento sociale impulsivo? La risposta, che può apparire banale distingue, in modo simile al funzionamento  del nostro cervello, due ambienti che “collaborano” : i contesti di certezza e incertezza, attivano negli esseri umani l’uso del comportamento razionale rispetto a quello impulsivo, creando le differenze tra comportamento economico e comportamento finanziario.

Se siete arrivati fin qui… complimenti ! vi sarà di aiuto

Grazie

Ruggero MANCINI

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