
Leggendo i profili sui social sono sopraffatto dalla complessità di comprendere quale siano le vere competenze che emergono dalle presentazioni.
Non sarei meravigliato che accadesse a quanti leggono il mio profilo.
La mia posizione è molto giovane, non sono esperto del web, ho iniziato con due agenzie, una in particolare con elevate competenze anche sul piano nazionale, mi ha offerto l’opportunità di iniziare ma, ho constatato che il loro ruolo è promuovere, in modo più corretto, comunicare una promozione sulla falsa riga di prodotto.
Ciò che ho scoperto successivamente (almeno credo ) che i “social” non sono un mercato dove si vende, i social hanno costruito il mercato della reputazione. A differenza del prodotto la reputazione non si consuma al contrario si costruisce.
Spesso siamo ossessionati dalle competenze dimenticando che comunicarle è certamente più importante; sapere è condizione necessaria ma saper dire è sufficiente.
Per comunicazione spesso intendiamo il dire, riferire un messaggio, spesso trascurando di accertarsi se il messaggio abbia raggiunto il nostro interlocutore. A volte non siamo interessati a saperlo, altre volte non abbiamo il coraggio di chiederlo, altre non lo riteniamo opportuno e preferiamo rimanere nel dubbio, quasi sempre non ce ne occupiamo.
Forse il collegamento tra la complessità del nostro profilo, che tende a lasciare all’altro la responsabilità di comprendere e la reputazione è costituito dal legame unico tra ciò che dicono le nostre competenze e ciò che raccontano i nostri articoli, messaggi e commenti.
Le mie competenze non saranno utili fin quando non imparerò a comunicarle e gli altri saranno in grado di trarne un vantaggio.
Per questo, nel mio piccolo, continuerò ad imparare a comunicare