
L’importanza della comunicazione spiegata con l’aritmetica
Se immaginiamo la somma come espressione di una relazione univoca tra due numeri espressa dal “segno +”, possiamo definire al pari del “segno” la “comunicazione” come la relazione tra due soggetti.
Ciò che mi preme confrontare, con una semplificazione audace, è, come il risultato di una somma derivi dalla relazione del segno tra due numeri, il risultato di una relazione dipende da due soggetti e dalla loro “comunicazione” che, a differenza del segno deve essere riconosciuta ed “interpretata”.
La comunicazione determina il risultato
Certamente la nostra comunicazione determina il risultato, quindi, il vantaggio è che abbiamo la possibilità, semplificando, di deciderlo, di determinarlo.
La comunicazione, come complesso delle relazioni umane, è un vero e proprio vantaggio competitivo: possiamo raggiungere obiettivi o realizzare dei progetti soprattutto e grazie alla comunicazione: pensate a quante aziende e “venditori” interpretano la vendita come semplice proposizione dell’oggetto a quanti si dedicano a realizzare un progetto senza comprendere prima le dinamiche di adesione dei futuri possibili clienti, quanti confondono la bontà della loro proposta con il motivo per il quale il cliente decide di aderire ?
Che siano relazioni professionali o affettive l’esito di ogni relazione dipende dal successo della comunicazione.
OLTRE IL “DIRE”
Comunicare va ben oltre il “dire”, comunicare è saper riconoscere , se la comunicazione ha le sue regole è altrettanto vero che queste regole si basano sulla conoscenza delle persone , il modo con il quale le persone “decifrano” i nostri messaggi , li percepiscono ed infine comprendono e di conseguenza decidono.
Affinchè il messaggio sia compreso è necessario ci sia l’intenzione di formularlo e la predisposizione a riceverlo.
Quante volte sarà capitato di pensare: – “ L’ho detto 1000 volte!!!!!”- a giustificare, con la difficoltà dell’altro, la mancanza di comprensione. In realtà questo modo di pensare pone in risalto una disattenzione ed una precisa responsabilità del soggetto emittente, più precisamente, quella di non rendersi conto della necessità di cambiare la comunicazione senza attendere 1000 ripetizioni!!!
“Il Gatto ed il Cane”
Spesso ricordo alle persone con le quali collaboro che: il gatto fa “MIAO” ed il cane fa “BAU”, ed è bene ricordare di domandarsi sempre quale potrebbe essere il linguaggio più adeguato con il quale facilitiamo la comprensione dell’altro. E’ importante sapersi correggere senza illudersi di non commettere errori.
Il tempo non possiamo fermarlo ma possiamo valorizzarlo.
La comunicazione consente di valorizzare il tempo che dedichiamo alle nostre attività spesso piene di “ non comunicazione” di rumori di fondo, che riempiono il tempo lasciando un vuoto di comprensione.
Nell’istante in cui intratteniamo una relazione dobbiamo pensare a questa come un insieme di piani diversi che dialogano simultaneamente con l’interlocutore, diversi livelli che interagiscono e rendono possibile ed efficace una conversazione.
La formazione
Frequentemente la formazione in tema di comunicazione si basa sul riconoscimento dei comportamenti senza approfondire gli aspetti strutturali caratteristici della persona. In questo modo viene a mancare la conoscenza delle determinanti della comunicazione, le modalità attraverso le quali le persone percepiscono le informazioni e di conseguenza si comportano. Si “pesa”il solo comportamento come derivato delle caratteristiche genetico-strutturali.
Ognuno ha un suo “programma” con il quale filtra le informazioni un piano di comunicazione che deve essere rispettato per entrare in relazione e costruire una comunicazione efficace.
Aiutiamoci con la matematica per comprendere le molteplici verità
La matematica ha il pregio di sintetizzare con il “segno” una comunicazione univoca, certa. Chiunque vedendo 1+1 è in grado di giungere al medesimo risultato, l’unico risultato possibile. Ma se esistessero modi diversi di leggere lo stesso “segno”, se ciascuno di noi avesse un proprio codice, a quale risultato arriveremmo? Quanti risultati potremmo avere?
Assimilando la matematica al nostro pensiero, la pluralità di risultati non rappresenta altro che le molteplici interpretazioni, le nostre molteplici verità, che trovano radicamento in molte convinzioni personali ed insieme le loro conseguenze.
Il “+” è determinante, stabilisce la relazione, il rapporto tra due punti di vista che in questo caso sono universalmente riconoscibili con i numeri.
Quali risultati ?
Se la matematica è una certezza la comunicazione è un arte, se obiettivo della matematica è il risultato corretto, l’obiettivo della comunicazione è decidere quale risultato ottenere.
Il vantaggio della comunicazione consiste nella possibilità di scegliere , di decidere; lo svantaggio è non prenderne atto perché, comunichiamo anche quando decidiamo di non farlo.
Le decisioni aziendali: strategia, successo ed aritmetica
Quando diciamo che la strategia è il fondamento del successo nella conduzione aziendale e la comunicazione lo strumento per raggiungerlo, intendiamo dire che se hai chiara l’immagine (risultato) di cosa vuoi raggiungere e costruisci intorno il progetto, la comunicazione è uno strumento per realizzarlo.
La tua espressione diviene 1 (???) 1 = (realizzazione del risultato) dove i punti interrogativi rappresentano la scelta di quale comunicazione adottare.
Quante volte in azienda i risultati ottenuti sono frutto di variabili non gestite o perfino non conosciute, quasi sempre casuali? Quante volte il risultato è sensibilmente difforme da quello atteso semplicemente perché, “non c’era nessun risultato da attendere”? Quante volte valutazioni tecnicamente corrette forniscono risultati sbagliati?
Abbiamo probabilmente bagagli di esperienze simili, certamente di natura diversa, la mia concentrata su temi di economia e finanza, in azienda ma, credo che si possa convenire in merito alla rilevanza relativa degli aspetti “tecnici”, delle “competenze specifiche”, in relazione alle dinamiche di comunicazione infatti, le persone rispondono e collaborano in funzione del loro modo di percepire il messaggio ed al loro specifico modo di darvi seguito indipendentemente dalle competenze e dal grado di istruzione.
E’ importante tenere a mente e sapere che le persone hanno personali sistemi operativi, in termini di rappresentazione, di percezione , di giudizio; differenze che comportano difficoltà a riconoscere un messaggio come univoco, queste differenze sono strutturali e possono influire se sottostimate sulla correttezza della informazione e sulla sua efficacia.
Spesso la comunicazione è orientata a far prevalere noi stessi e non, quanto comunemente dichiariamo “far prevalere i nostri punti di vista”. Ognuno di noi è concentrato a “vincere a suo modo” (che per alcuni può significare rinunciare) sull’altro, quasi sempre completamente disinteressato del risultato a cui tendere.
Il valore è nella relazione:
Raggiungere, vincere, riuscire, condividere sono semplici stereotipi che cercano di uniformare un significato trascurando ciò che rappresenta per ciascuno singolo individuo.
Ci sono persone che vincono raggiungendo un risultato altre che vincono non raggiungendolo.
Prendere atto o semplicemente conoscere che tutti noi abbiamo una struttura genetica di riferimento, in relazione alle singole attitudini, è risolutivo di moltissime incomprensioni e ci consente di guardare il passato e soprattutto al futuro con la possibilità di costruire nuove relazioni con maggiore consapevolezza e con minor “giudizio critico” sterilizzando la conflittualità interna ed esterna.
Possiamo trasformare la difficoltà e renderla, interessante ed amabile
Il valore di approfondire la conoscenza di se stessi e degli altri, si apprezza quando riusciamo ad arricchire uno scambio con il punto di vista dell’altro, spesso non lontano dal nostro e rinunciare alla “soddisfazione” di tornare a casa soli con le nostre convinzioni e convincimenti.
Conoscere le dinamiche strutturali è come conoscere diverse lingue che ci aiutano a stabilire un maggior numero di relazioni.
Comunicare non significa essere diversi ma di relazionarsi con gli altri nella forma e nel modo che sappiamo essere più congeniale a loro.
A prescindere dalle differenze cognitive il segreto per generare valore nelle relazioni consiste nella valorizzazione delle reciproche diversità.
Ruggero MANCINI